di Gianluca Picardi
Anche senza il chitarrista e membro fondatore Brett Gurewitz e nell'ambito di una kermesse concertistica tanto ricca di nomi quanto poco omogenea, i Bad Religion sanno fare la loro figura: d'altronde, l'esperienza e la classe dei padri dell'hardcore melodico "made in California" non si discutono, né possono essere messe in crisi da quisquilie come il caldo sole pomeridiano, l'impianto che faceva le bizze e una scaletta che li poneva in un sandwich dove Paradise Lost e Slayer interpretavano il ruolo delle fette di pane
La conversazione con Greg Graffin, cantante e indiscutibile deus ex machina della compagine losangelina comprendente anche i chitarristi Greg Hetson e Brian Baker, il bassista Jay Bnetley e il batterista Bobby Schayer, si è svolta nell'asettico camerino ricavato in una grande sala sotto la Curva Sud dello Stadio Olimpico di Roma, mentre in roadies dei Sepultura si cimentano in una improvvisata session calcistica di "passaggi e tiri in porta". Una chiacchierata amichevole e illuminante con un musicista che un po' per l'aspetto da bravo ragazzo e un po' per l'eloquio forbito e i modi gentili, non somiglia davvero a ciò che ci si aspetterebbe dal leader di una delle più podoerose e feroci macchine da rock'n'oll degli ultimi quindici anni.
Cosa rispondi a quanti accusano i Bad Religion di suonare da quindici anni la stessa canzone?
Solo di ascoltare bene i dischi. Se lo si fa sul serio e non si hanno le orecchie foderate non dovrebbe essere difficile accorgersi della costante evoluzione. Siamo maturati e credo sia normale, visto che quando abbiamo cominciato questa avventura ero un ragazzino e adesso sono un uomo di trentuno anni; inoltre, nego decisamente che il punk sia un tipo di musica chiuso a sperimentazioni e spunti personali: noi tentiamo di espandere i confini del punk rock spingendo dall'interno verso l'esterno.
Ma cosa significa, per te, punk?
I Bad Religion non hanno mai cipiato nessuno, ma hanno sviluppato un proprio stile. A mio parere punk significa individualità e stereotipi riconoscibili ma non vincolanti; e, anche, provocare la gente e cercare di farla riflettere un po' di più a proposito del mondo in cui viviamo. Non è una cosa semplicissima, e questo è probabilmente il motivo per il quale non siamo il gruppo più popolare del mondo.
Non è in qualche modo frustrante il fatto che altri gruppi chiaramente ispirati ai Bad Religion ottengano un successo maggiore del vostro?
Cerco di guardare a quello che ho raggiunto, senza fare paragoni con gli altri. Sono soddisfatto dei milioni di dischi che abbiamo venduto e della loro qualità. Esisteranno anche gruppi più popolari dei Bad Religion, man forse non altrettanto felici.
Cosa ne pensi del fatto che il punk, almeno in generale, sia considerato una musica per teenagers?
In linea di massima è così, ma credo che chi è cresciuto con i Bad Religion cpisca che le cose di cui scriviamo non appartengono al mondo adolescenziale: sono cose serie che coinvolgono chiunque, adulti e giovani, uomini e donne, cristiani e non cristiani. Comunque non trovo nulla di negativo nel fatto che i teenagers siano semplicemente coinvolti ed eccitati dalla nostra musica.
E per quanto pensi ancora di poter andare avanti?
Non saprei. Amo fare musica e i Bad Religion mi offrono la migliore opportunità per farlo. Quando mi sentirò troppo vecchio o troppo poco ispirato per continuare, mi dedicher?o alla ricera scientifica: ho studiato all'Universtià per undici anni e mi sono laureato, ma per forza di cose non ho avuto molto tempo da dedicare alla mia altra grande passione, la biologia.
I Bad Religion non appartengono all prima generazione del punk californiano, ma sono nati qualche anno più tardi. Da cosa siete stati influenzati?
Non è stato un altro gruppo, ma il programma radiofonico di Rodney Bingenheimer, Rodney On The ROQ: quando ero ragazzino la sua stazione era l'unica a trasmettere la musica che mi piaceva. È strano, ma se ci penso mi rendo conto che ho assistito al mio primo concerto punk solo tre mesi prima di dar vita ai Bad Religion.
Domanda scontata: secondo te, qual è il vostro miglior disco?
So che la risposta ti sembrerà altrettanto scontata, ma per me il miglior album è sempre l'ultimo che abbiamo inciso. Credo che le capacità compositive e interpretative migliorino anno dopo anno, e che i nostri dischi riflettano questa crescita.
Sei sempre incazzato come quando avevi sedici anni?
Sì, anche se all'epoca la mia rabbia era meno definita, meno focalizzata. Di solito man mano che si invecchia si diventa più malleabili, ma nel mio caso il tempo trascorso mi rende sempre più preoccupato del funzionamento di questa nostra società. Mi rende più consapevole dell'ingiustizia e delle ineguaglianze, e questo impedisce alla mia rabbia di affievolirsi. Noi possiamo rivestire un ruolo educativo, avvertire la gente di come davvero stanno le cose; per farlo non esiste mezzo migliore della musica: è qualcosa che puoi dividere e scambiare con gli altri, assieme alle idee, mentre ti diverti.
Come ti sei sentito quando siete stati pesantemente criticati per aver firmato con una major?
Penso che parte del nostro pubblico si sia sentito tradito perché vedeva la Epitaph come una specie di simbolo dell'essere punk, mentre per noi era solo un'etichetta che avevamo donfato da ragazzini e che, essendo diventata una grande compagnia, ha subito una profonda trasformazione. Brett Gurewitz è molto cambiato come persona, e anche la Epitaph è cambiata; noi eravamo stanchi di doverci preoccupare del marketing, volevamo pensare solo a comporre e suonare musica, e la Sony ci ha offerto di stampare e distribuire i nostri dischi in tutti i negozi senza interferire in alcun modo con la nostra creatività. Alla Sony non importa delle nostre idee, mentre la Epitaph ci tiene che le idee dei suoi gruppi siano o sembrino in sintonia con una specie di "etica punk": nel 1980 abbiamo fondato una nostra etichetta per essere liberi di esprimere le nostre idee, come avremmo potuto ampliare gli orizzonti del punk rock essendo costretti in un cliché?
All Ages
Bad Religion si sono formati a Los Angeles nel 1980 e hanno rapidamente conquistato una certa fama in ambito punk con l'ep Bad Religion del 1981 (prima produzione dell'oggi celeberrima Epitaph Records, l'etichetta fondata dal chitarrista Brett Gurewitz), con alcune partecipazioni a compilation e soprattutto con il grezzo e impetuoso How Could Hell Be Any Worse?, una delle più straordinarie testimonianze del primo hardcore americano. Dopo un discutibile secondo album (Into The Unknown del 1983, originale ma troppo morbido e lezioso), un temporaneo scioglimento e un ottimo ep che ha sacito il ritorno allo stile iriginario (Back To The Known del 1984), il gruppo ha interrotto l'attività discografica per poi riprenderla con rinnovato entusiasmo: Suffer (1987), No Control (1989), Against The Grain (1990) e Generator (1992) sono i quattro capolavori che mostrano un graduale perfezionamento dei suoni (sempre, però, all'insegna di un hardcore melodico veloce, compatto e aggressivo) ed una notevole maturazione delle liriche, furiosi assalti all'American Dream che non scadono mai nella prevedibilità o nella retorica.
A seguire la firma del contratto con la Atlantic, altri tre grandi album: Recipe For Hate (1993), Stranger Than Fiction (1994) e The Gray Race (1995, il primo senza un Gurewitz ormai troppo impegnato dall'attività di discografico), in cui il discorso del gruppo si arricchisce di sempre nuove sfumature senza divergere dalla ocnsueta linea artistica. Due, invece, i lavori antologici assemblati dalla Epitaph, 80-85 (1991) con le cose migliori del primo periodo, e All Ages (1995) con i brani più conosciuti e quattro inediti dal vivo.