interviste a Bad Religion, Offspring e Green Day
Bad Religion
Bad Religion dopo una carriera più che decennale passano su major. Stranger Than Fiction, ironia della sorte, è un disco Epitaph. Innanzitutto per i suoi contenuti musicali, che siportano inequivocabilmente indietro nella discografia del gruppo. In seconda analisi per le nutrite collaborazioni che rendono Stranger Than Fiction un album da culto per i nuovi amanti del punk rock statunitense. Rispetto alle infiltrazioni roots-rock di Generator (meno decise) e Recipe For Hate (decise), Stranger Than Fiction è un lavoro ricco di sprint e corroborante energia. Impossibile non pensare all'aureo medio periodo della band. Una conferma: 21st Century Digital Boy, il classico contenuto in Against The Grain, viene ripescato per l'occasione. Che i Bad Religion abbiano riscoperto il potenziale del loro vecchio catalogo.?
Il termine Epitaph è ricorrente in Stranger Than Fiction, basta scorrere la ricca lista di ospiti. Incomplete è una saetta posta in apertura, tre chitarre allineate in un fuoco sonico di rara potenza. Wayne Kramer è il terzo incomodo; il chitarrista degli MC5 è tornato in scena più agguerrito che mai: imminente un suo album solista (con guest-star del calibro di Melvins, Claw Hammer, Rancid) proprio su Epitaph. Television è stata scritta a quattro mani da Brett Gurewitz e Jonette Napolitano (anche un live postumo dei suoi Concrete Blonde è previsto per l'etichetta di Los Angeles); ai cori troviamo Tim Armstrong dei Rancid. Jim Lindberg (Pennywise) appare invece come backing-vocalist in Marked. E' proprio in base a questi elementi che vien voglia di pensare a Stranger Than Fiction come a un disco casalingo, registrato quasi in famiglia. La comunità punk americana si sta allargando, inutile negarlo, se gli Offspring impazzano nella Top 10 di Billboard, il merito è anche dei Bad Religion. Siamo per l'ennesima volta di fronte ad i genitori di uno stile, l'effetto è ancora positivo.
Stranger Than Fiction è comunque l'album della grossa smentita, una secca negazione nei confronti dei disgraziati punk reazionari. Mi spiace, ma la firma di un major deal non ha alterato la sostanza. I Bad Religion continuano ad essere la voce più attendibile dell'altra America, quella che non ha seguito in diretta i mondiali di calcio, tanto per intenderci. Bisogna saper prescindere dal loro fondamentale ruolo di innovatori del punk-rock, Greg Graffin e soci sono anche dei maestri di vita. Il paragone può essere blasfemo, ma il loro operato può essere paragonato a quello di un Bob Dylan nei sixties. La guerra nel Vietnam trent'anni fa, la guerra fredda nei primi '80. I movimenti giovanili dei sessanta (possibilisti)- i movimenti giovanili degli ottanta (realisti, perfino cinici). Due universi a confronto, epoche diverse, spigoli che si toccano. Rimane l'immagine dei Bad Religion, la loro musica un tuttuno con i loro testi, l'aggressione sonora come estrema presa di coscienza. A distanza d'anni ancora maestri.
Risponde ai nostri quesiti Greg Hetson (tipo tutt'altro che loquace invero) una vita per il punk rock: dai Red Cross ai B.R., passando per i Circle Jerks.
Quali sono le aspettative per il nuovo Bad Religion?
"Le uniche aspettative si riferiscono al fatto di far meglio, di crescere rispetto agli album precedenti. Intendiamo evolverci costantemente, lavoro dopo lavoro. Riponiamo grossa fiducia nei confronti della distribuzione major, appoggiandoci ad una grossa multinazionale possiamo raggiungere territori altrimenti non coperti dalla nostra vecchia etichetta, la Epitaph. Parlo di paesi europei come la Spagna ad esempio; in generale i nostri fans devono aver la possibilità di trovare i dischi dei Bad Religion ovunque."
Potreste raggiungere i vertici della top ten americana, onastamente?
"Non credo che questo traguardo sia alla nostra portata al momento, o meglio, non riesco ad immaginare i Bad Religion all'interno della top ten di Bilboard. Se ciò dovesse accadere, comunque, suppongo si tratterà di un qualcosa di estremamente divertente. Ad ogni modo gruppi come il nostro, assieme a formazioni più giovani come Green Day ed Offspring, stanno decisamente aprendo nuove porte nell'economia musicale americana. Nulla sarà come prima, il ritorno di fiamma del punk rock ha sensibilizzato le coscienze degli ascoltatori, ecco perchè sono convinto che i gruppi emergenti saranno visti sotto una diversa angolazione, con maggiori possibilità perciò di essere ascoltati ed apprezzati."
Qual'è ad ogni modo il tuo parere sulla nuove star dei punk-rock americano: Green Day ed Offspring?
"Era inevitabile, voglio dire prima o poi qualche gruppo punk sarebbe nuovamente emerso. I Bad Religion hanno in un certo senso spianato la strada a questi gruppi, pur non scalando i vertici delle charts. Ad ogni modo sono un grosso estimatore sia di Offspring che Green Day, li trovo assai freschi ed onesti."
? Stranger Than Fiction avate abbandonato alcune delle tematiche musicali alle hanno caratterizzato sia Generator alle Recipe For Hate. Il nuovo corso del Bad Religion è sicuramente diverso, come nella migliore tradizione di dischi del calibro di Suffer e No Control...
"Condivido il tuo punto di vista, Stranger Than Fiction è un lavoro estremamente diretto. Siamo stati in grado di catturare quell'energia che forse è stata smarrita negli ultimi due album. E' un disco intenso, originale pur restando vicino ai nostri vecchi classici. Abbiamo fatto un ottimo lavoro questa volta."
Stranger Than Fiction à quasi un'anomalia nella discografia del Bad Religion, essendo gran parte delle liriche e delle composizioni state scritte da Brett Gurewitz. In passato si è assistiti ad una equa divisione dei compiti tra Brett. Greg Graffin e gli altri mambri del gruppo...
"Non esistono regole precise in questo senso. Alcuni album vedevano un forte contributo lirico da parte di Greg Graffin, altri erano maggiormente curati dai singoli componenti. Per Stranger Than Fiction Brett si è sicuramente assunto una responsabilità più grande, provvedendo a gran parte dei testi e delle musiche. A seconda dell'ispirazione del momento le consegne passano da una persona all'altra, sostanzailmente molto è affidato al caso:succeda quel che succeda. Per quello che mi riguarda il mio contributo ai testi è davvero minimo, a volte inserisco delle linee tra un brano e l'altro, nulla di più."
Continui a programmare giochi per i tipi della Nintendo?
"Non si è mai trattato di un lavoro a tutti gli effetti, direi piuttosto un passatempo, che mi ha permesso di distruggere ulteriormente la mia esistenza. Non ho mai avuto un lavoro vero e proprio, ho dedicato la mia vita completamente alla musica: suonando prima coi Circle Jerks e poi con i Bad Religion, e con entrambe le band per un breve periodo di tempo."
Cosa vedi nel futuro del gruppo? Credo che a questo punto della vostra carriera un home-video che descriva la vostra storia e la vostra evoluzione ci stia tutto...
"Non ci ho mai pensato seriamente, l'idea potrebbe mostrarsi interessante. Se un giorno avremo la possibilità di lavorare a qualcosa del genere, non avrei dubbi sul risultato finale:un'autentica commedia."
La new wave del punk-rock, la stiamo vivendo in questi giorni...
"E' buono, da sempre questo è stato il mio genere musicale preferito. Sono orgoglioso di quanto stia accadendo, puoi sintonizzarti su di una stazione radiofonica ed ascoltare qualcosa di diverso, un brano punk-rock. Oggi i ragazzi hanno la possibilità di scegliere, possono rifiutare quell'immondizia pop loro propinata, ed orientarsi su di un qualcosa di profondamente onesto."
Quali sono a tuo avviso le maggiori differenze tra la nuova generazione e la vecchia, quella dei tardi '70 e dei primi '80 tanto per intenderci.
"La differenza è nello stile musicale fondamentalmente. I gruppi punk sul finire degli anni settanta avevano un atteggiamento ben preciso, erano intenzionati a scrivere dei brani con delle forti melodie, con un certo gusto per il pop. Negli anni'80 è poi subentrato l'hardcore, un fenomeno che ha finito per cambiare le carte in tavola. Quest'oggi stiamo assistendo ad un ritorno alle origini, ad una riscoperta della melodia."
Sicuramente qualcosa è cambiato nei confronti del music business; il mito del d.i.y. si sta eclissando, per far spazio a realtà ben più consolidate: le band che firmano un major deal sono ormai innumerevoli. Non pensi che ci sia una contraddizione di fondo in tutto ciò?
"Non credo che il d.i.y. sia stato un fatto intenzionale, direi piuttosto che si è trattato di una necessità, soprattutto negli anni ottanta. Durante quel periodo non esistevano grosse opportunità di avere la propria musica "fuori", si pensava così ad una autoproduzione o, nella migliore delle ipotesi, ad una piccola etichetta che potesse finanziare il gruppo. C'è sempre un rovescio della medaglia però, basti pensare alle band inglesi dei tardi '70, molte di loro avevano un profilo punk-rock, pur incidendo per delle major. Con gli anni l'industria musicale è cambiata, certo rock è completamente scomparso dalla circolazione, per non dire morto. L'heavy-metal è ad esempio un fenomeno vecchio, basti pensare al fiasco fatto dai Motley Crue (risate)."
Ricordo ancora le note di presentazione al compact "80-85". "Se pensate che questo sia il nuovo album dei Bad Religion tornate indietro dal vostro negoziante di fiducia e scambiatelo con il nuovo Skid Row". Queste erano le tue testuali parole, se ne deduce un aperto astio nei confronti del rock americano e dell'heavy-metal...
"E'più forte di me, non riesco ad apprezzare quei suoni. Detesto il mainstream rock, non è il mio stile. Sono contro all'ideologia dei parties sfrenati e del mito sesso droga e rock'n'roll."
Pensi che le nuove generazioni siano più consce di quanto accada loro intorno? Credi che i giovani ascoltatori di musica rock siano stanchi dell'eccesso fine a se stesso?
"Ho questa impressione, perlomeno le rock band più popolari al mommento, mostrano un maggiore interesse nei confronti della vita quotidiana. Esiste una sorta di autodisciplina, mi sembra che di questi tempi la triade rock, party e droghe non riscuota più grossi successi. Posso intravedere una rinata attenzione nei confronti delle tematiche sociali."
Ho letto su di una rivista inglese che, probabilmentè, i Bad Religion prenderanno parte ad una compilation-benefit per Leonard Peltier. L'intera operazione dovrebbe essere coordionata da Reed Mullin, batterista dei Corrosion Of Conformity.
"E' vero, siamo stati contattati da Reed alcuni mesi fa. Abbiamo accettato il suo invito, con enorme piacere prendiamo parte a questa compilazione: è una causa questa che va supportata sino in fondo."
Qual'è la tua opinione globale sui benefit-show?
"I Bad Religion hanno da sempre aderito a questo tipo di manifestazioni Ultimamente abbiamo preso parte ad un benefit per l'associazione Rock For Choice, composta da un gruppi di persone che si battano per i diritti delle donne. Ovunque ci sia un benefit che attiri il nostro interesse, una buona causa da difendere, noi saremo lì a suonare."
Cosa sta succedendo oggi in America?
"Ci sono molte opportunità di cambiare, di apportare nuove idee. Penso però che nelle persone più anziane sia ancora radicata la paura del cambiamento; visto che al potere vi sono personaggi non più giovani, il controllo sulle attività dei giovani sarà persistente, impedendo così di toccare con mano la vera libertà, l'indipendenza."
Siamo in chiusura, dammi solo tre nomi: etichette e gruppi che hanno fatto la storia del punk negli anni 80.
"Epitaph, Dischord ed Alternative Tentacles per quanto riguarda le etichette. Dead Kennedys, D.O.A. e Ramones per le band."
BRETT/BRIAN
2 FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA?
Alla Epitaph Europa già ironizzano sull'accaduto. "Continuiamo ad avere il vecchio catalogo dei Bad Religion, quelli originali, ciò che hanno in mano sia Atlantic che Sony è un bluff". Brett Gurewitz ha abbandonato i Bad Religion alla vigilia del lungo tour americano in supporto a Stranger Than Fiction. Il management del gruppo tiene a precisare che non si tratta di un abbandono definitivo, in quanto Brett contribuirà in futuro sia ai testi che alle musiche dei Bad Religion. Al suo posto è subentrato, momentaneamente, un biondo chitarrista made in Washington DC. I Bad Religion si son mostrati oltremodo furbi, rimpiazzando un eroe del punk rock americano con un'altra piccola leggenda sotteranea. Brian Baker era appena maggiorenne quando portava i capelli a spazzola ed indossava una maglietta dei Minor Threat. Arriveranno in seguito i Dag Nasty e le prime concessioni al college-rock made in U.S.A. (basta riascoltare un album come Field Day). Posto il termine fine a quest'avventura, Brian (tramutatosi ormai da anni in chitarrista) si coalizza con il camaleontico Doug carrion (Descendents, Dag Nasty, Ultrahead ed ultimamente For Love Not Lisa) per dar vita all'effimero, ma stuzzicante, progetto Doggy Style (da non confondersi con l'omonimo gruppo californiano con all'attivo due lavori su Triple X). La fortuna non arride al biondo musicista che, stabilitosi in pianta stabile a Los Angeles, decide di unirsi ai southern-rockers Junkyard (poca gente si è accorta che in questa band suonava la chitarra già bassista dei mitici Big Boys).
Dura poco anche qui, due album su Geffen e poi l'oblio. E' la stessa Epitaph a risollevare il morale del nostro, l'occasione è ghiotta un disco one-off registrato con la formazione originale dei Dag Nasty. Four On The Floor rivede all'opera Roger Marbury (basso) Colin Sears (batteria) e l'inossidabile cantante/chitarrista Dave Smalley (che nel frattempo ha trovato la pace dei sensi con i suoi Down By Law). Brian sta tramando qualcos'altro, assieme ad alcuni membri dei Kill For Thrills (la band da cui proviene Gylbie Clarke, ex-chitarrista dei Guns n'Roses) tenta di raggiungere lo stesso successo dei Soul Asylum. L'operazione sfuma e l'ingaggio da parte dei Bad Religion è notizia fresca. Morale della favola: notizia sensazionalistica-Brett lascia, notizia sensazionalistica-Brian entra. A ben pensare nessun sostituto sarebbe stato alla sua altezza. Avrebbero mai potuto prendere un Pat Smear i Bad Religion?
Fatto sta che l'equilibrio originario si è in qualche modo spezzato, proprio all'indomani dell'uscita di Stranger Than Fiction, paradossalmente concepito dalloo stesso Gurewitz. E' scattata una molla, indubbiamente. La Epitaph è un'etichetta che sta cambiando pelle, lo testimonia il successo a stelle e strisce degli Offspring ("botto" clamoroso incremento nelle vendite di gruppi come No Fx e Pennywise. Sarebbe sciocco dire che Brett ha fiutato l'affare, è stato lui a volere e a creare la Epitaph. Il music business richiede però una presenza notevole di questi tempi. Imbarcarsi nuovamente in tour avrebbe significato trascurare la Epitaph, e questo Brett lo sapeva benissimo. Dimentivatevi i discorsi, fini a se stessi, sulla coerenza dell'artista, Gurewitz non è stato tradito dai suoi compagni che hanno firmato per una major, (lo dimostra il fatto che stimolato da questa circostanza abbia scritto più di 3/4 dell'album), si è trovato semplicemente davanti un bivio ed ha stabilito la strada da seguire.
La Epitaph è sangue del suo sangue. La Epitaph è un'indipendente che cresce a vista d'occhio, se non ve ne siete accorti...
Luca Collepiccolo