di Barbara Volpi
La storia ripete sé stessa. Forse per questo i Bad Religion, dopo quasi un lustro, sono ancora qui, come ai tempi di Ronald Reagan, intenti ad attaccare la “cattiva religione” dell’impero. Ne abbiamo parlato con Gregg Graffin, un punk che si divide tra musica e biologia…
The Empire Strikes First, il titolo del nuovo album dei Bad Religion, pare il realizzarsi di un’antica profezia, quella che non dà speranza all storia e vede l’evuluzione come un ripetersi di cicli sempre uguali a sé stessi. Possibile che gli esseri umani non imparino mai dai loro sbagli? Se dopo ventiquattro anni dalla prima elezione di Reagan alla Casa Bianci e dalla formazione dei Bad Religion ha ancora senso parlare di “cattiva religione”, intesa come lotta ai dogmatismi, agli stereotipi, alle ipocrisie di cui la cultura e il potere americano sono intrisi, vuol dire che “l’impero” ha sferrato il suo colpo reazionario. Ma, anche, che è subito pronta la reazione degli storici crociati dell’hardcore, quello autentico e impegnato, che alle acceleratissime ritmiche che portano all’apnea attribuiscono la capacità omeopatica di esorcizzare la claustrofobia creata da un sistema conservatore sempre impegnato a reprimere ogni forma di libera espressione personale.
Gregg Graffin, quattro lustri in più e qualche capello in meno, non ha perso la speranza e la volontà di lottare e analizza la situazione con sorprendente lucidità e spirito scientifico (ha da poco preso un Phd in biologia), fuggendo da qualsiasi facile soluzione nichilista. “I Bad Religion hanno sempre avuto un intento propositivo. È vero che l’umanità pare non imparare mai dagli errori del passato, ma non bisogna mai smettere di credere e di lavorare per un futuro migliore. È utile conoscere la storia e nel contempo non perdere la speranza. Io sono un biologo, credo nella teoria evoluzionistica che i conservatori hanno cercato di interdire senza riuscirvi, e quindi ho una doppia visione. Da una parte credo che l’uomo, come tutte le specie, è destinato a estinguersi, ma sarebbe nichilista agire con tale convinzione, perché l’umanità è concepita per una missione più alta; quindi ciascuno di noi deve agire nel presente per un futuro migliore, recuperando il proprio compito positivo all’interno della famiglia, delle relazioni, del mondo. In tale processo l’educazione ha un ruolo fondamentale. Io sono stato insegnante, e posso quindi affermare che l’educazione (quella liberale, contrapposta all’indottrinamento) è rimasta negli Stati Uniti uno dei pochi strumenti di libera coscienza civile. Stanno cercando di imbrigliarla, ma non ci sono ancora riusciti, tant’è che in America un professore non può venire licenziato per i contenuti del suo insognamento. Poiché io, da buon positivista, non credo nell'anima e nell'esistenza di una metafisica slegata dalla materia e dalle reazioni biochimiche, sostengo che l'unico modo per fasciare una traccia nella storia e migliorare la società sia quella di toccare gli altri, o attraverso l'educazione o attraverso la musica, che può avere un ruolo educativo. Per questo i Bad Religion dopo più di vent'anni hanno ancora un senso; lo sforzo di far riflettere attraverso i testi e di veicolarli attraverso la musica non ha perso il suo motivo fondante".
Se The Process Of Belief aveva segnato la fine di un ciclo e l'inizio di uno nuovo, soprattutto con il ritorno di Brett Gurewitz nella formazione, The Empire Strikes First è la conferma che i Bad Religion non hanno perso l'energia e la creatività originarie. "Io e Brett scriviamo in continuazione, poi ci troviamo in studio con la band e lasciamo che l'album si evolva da solo, canzone dopo canzone. Il titolo viene per ultimo. Negli anni abbiamo acquisito una visione più matura del mondo e anche il nostro songwriting è mutato diventando più incisivo. Per noi è un passo importante, visto che il nostro scopo è risvegliare la coscienza dell'ascoltatore con le parole. Con il tempo, inoltre, siamo riusciti a trasformare la rabbia (che è maggiormente una forma di sterile reazione personale) in un approccio critico, che è molto più importante in quanto suscita una reazione negli altri e quindi può smuovere lo stato delle cose. Anche se il punk è perseverato più nella forma di fashion che di attitudine, noi siamo fortunati perché la nostra audience si rinnova in continuazione ed è sempre costituita da giovani ragazzi che non vogliono conformarsi ai must imperanti e che desiderano pensare con la loro testa. Le nuove band, anche se hanno smarrito il senso militante dell'hardcore degli inizi, hanno il pregio di guidare i kids all'ascolto degli ispiratori, tra cui ci siamo anche noi, per cui il nostro verbo acquista sempre nuovo pubblico. Ciò appaga il nostro bisogno di agire ed educare attraverso la musica e la comunicazione".
Vista l'atavica condanna della band di Los Angeles nei confronti delle "cattivi religioni", viene da chiedersi cosa ne pensi al proposito oggi, in un clima di rinvigorito fanatismo ed estremismo. Dice Gregg: "La religione serve per compensare il bisogno dell'uomo di sentirsi immortale. Io credo nella mortalità del corpo e dei processi neuronali ed emotivi ed esso legato, ma penso che attraverso l'arte e lo sforzo di agire migliorando il mondo, l'essere umano possa raggiungere l'eternità. Oggi la religione è tornata a dominare la società perché l'indottrinamento ha ripreso il posto dell'educazione. Accade sempre quando si è in un'epoca di trasformazione, che genera spaesamento e paura. Allora tutto si irrigidisce invece di ammorbidirsi e permettere l'evoluzione. In questo senso Bush rappresenta una parte dei sentimenti degli americani, anche se non è stato eletto legittimamente. Bisogna in questi casi conservare la forza di muoversi contro corrente, di esprimere la propria individualità senza tener conto del consenso. Questo è il significato di Social Suicide, è il suicidio di chi, avendo un atteggiamento critico rispetto all'establishment, viene ghettizzato, dato per pazzo e sospinto ai margini della società. Bisogna invece mantenere viva la forza della critica, soprattutto nelle nuove generazioni che sono cresciute in clima di brainwashing mediatico".
È lo stesso tipo di lavaggio del cervello che giustifica la violenza come riposta alla violenza? "Anche. Ma è anche l'identità americana che si è indebolita e che ricerca la sua struttura con atti di forza. In Los Angeles Is Burning parliamo di come l'identità dell'americano medio si basi sui modelli partoriti da Hollywood (cinema, show televisivi, serial), che non sono certo esempi di democrazia e intelligenza. Gli Stati Uniti oggi non hanno scelto se essere liberal o conservatori e questo crea uno stato di malessere e confusione, determinando la caduta To Another Abyss, che è l'abisso senza fine di nuove domande senza risposta generato dall'evolversi delle situazioni. In tale ottica 'progressione' e 'regressione' storiche si mescolano senza soluzione di continuità".
Sono gli stessi corsi e ricorsi storici che agiscono nel music-biz? "Sinceramente non conosco la scena underground odiema, per cui non posso dirlo. So solo che nella scuderia Epitaph capitanata da Brett all'interno dello stesso genere punk esiste molta diversità, e questo è senz'altro un segno positivo. Vuol dire che il punk è progredito senza aver perso del tutto la sua peculiarità. La musica se non può cambiare il mondo può ancora essere un fattore di coscienza civile".
È bello sentire dire questo da colui che è considerato uno dei guru dell'hardcore. "Io un guru? Non mi sono mai sentito tale (ride). Sicuramente i Bad Religion rappresentano qualcosa, visto che hanno la fortuna di continure a essere seguiti, ascoltati, voluti. Sarà che essi, dopo vent'anni, credono ancora in ciò che fanno e lo fanno con enorme passione. Io comunque in futuro mi vedo anche a scrivere libri scientifici. Brett con la sua etichetta, io con i miei libri ed entrambi con i Bad Religion manteniamo vivo il desiderio di poter agire positivamente sulla realtà che ci circonda giorno per giorno. Personalmente, la mia paura più grande è quella di trascorrere un'esistenza insignificante".
È difficile Mr. Graffin che ciò possa accadere visto l'enorme seguito che i Bad Religion hanno ancora. Inoltre, dato il clima reazionario globale, non è detto che la "cattiva religione" diventi l'unica possibile all'interno dell'impero e questo al di là delle barriere che la storia pare porre.
DAVIDE CONTRO GOLIA
Il "caso" Epitaph
Non si può parlare dei Bad Religion senza parlare della Epitaph e non soltanto perché è tornata a essere nuovamente la loro etichetta (per la quale oltre all'album The Empire Strikes First è uscito recentemente anche un dvd intitolato Along The Way, che riporta in auge il Suffer Tour europeo del 1989), ma perché le loro storie sono strettamente legate.
I Bad Religion e la label nacquero insieme nel 1980. Il mentore della Epitaph fu il chitarrista Brett Gurewitz, che cercò di trasporre in essa la sua visione del mercato indipendente dandole, rispetto all'ottica spesso ristretta della scena underground, in respiro più ampio. I problemi sorsero nel 1994, quando Stranger Than Fiction uscì per la Atlantic, poiché (si mormora) alcuni membri della band desideravano la migliore distribuzione che una major poteva garantire. Per quel disco venne anche assunto per la prima volta un produttore esterno, Andy Wallace.
Sempre nel 1994 Smash degli Offspring, fiori all'occhiello della scuderia Epitaph, sarebbe esploso a livello planetario, tirando le vendite della label fino a qualche anno fa. Gurewitz non ebbe in quel frangente più il tempo di gestire la sua presenza nel gruppo e la crescita esponenziale del business della label, così lasciò i Bad Religion per ricongiungersi soltanto per The Process Of Belief, uscito di nuovo per la vecchia casa madre. Pur se dopo il "big boom" gli Offspring passarono alla Columbia, la portata della Epitaph divenne tale da impegnare Brett full-time e da riportarlo ai suoi vecchi problemi personali (la lotta contro la tossicodipedenza), risoltisi da poco.
La Epitaph è ad oggi la più grande etichetta indie, la sola che può vantare vendite da major senza aver mai perso lo spirito originario. Ci dice il direttore della sua sede europea ad Amsterdam Hein Van Der Ree: "Per la casa discografica lavorano trentacinque persone a Los Angeles e quindici ad Amsterdam. Malgrado i numeri raggiunti e la recente crisi del settore discografico, le nostre strategie di marketing non sono cambiate granché, e si sono mantenute fedeli a un'etica underground. Ad esempio, facciamo ancora uso di sticker, poster e flyer. Ciò che è cambiato respetto al passato è che il downloading ha danneggiato anche noi. Credo sia giusto pagare per ascoltare un brano perché soltanto così le band e le etichette possono sopravvivere".
Se Graffin sostiene che il punk si è diversificato nello stile ma si è un po'spento nell'attitudine viene da chiedersi quale sia la condizione necessaria per far parte della scuderia. Risponde Hein: "Lo spirito del punk è ancora vivo e noi siamo disposti a mettere sotto contratto i gruppi che hanno talento e personalità. Le nuove band sono soltanto meno interessate agli eccessi rispetto a quelle del passato, e poi in alcune sale da concerto non si può fumare".
La Epitaph può vantare tra i suoi pupilli gruppi quali Beatsteaks, Rancid, NOFx, Millencollin, Pennywise e moltre altre perle del punk contemporaneo. "Al momento stiamo investendo su Matchbook Romance, Motion City Soundtrack, Atmosphere, Jolie Holland, Lars Frederickson And The Bastards, The Horrorpops, ma l'etichetta mantiene la visione ampia del suo fondatore".
Infatti oltre alle conosciute Hellcat, Burning Heart e Fat Possum essa gestisce anche la Anti (per la quale sono usciti Tricky e Tom Waits) che, su volere di Gurewitz in persona, deve essere aperta a ogni genere musicale. "Non ci sono preclusioni di genere", ribadisce Hein. "Non vogliamo rimanere ancorati al passato, perché il mondo cambia e si trasforma e così anche la Epitaph".
(b.v.)